Capaneo
Personaggio del mito classico, figlio di Ipponoo e Astinome (o Laodice), uno dei sette re che assediarono Tebe. Stazio nella Tebaide lo descrive come gigantesco, di empia tracotanza, al punto che osò sfidare Giove mentre scalava le mura della città e fu da lui fulminato. Dante lo colloca tra i bestemmiatori del terzo girone del VII Cerchio dell'Inferno, sdraiati nel sabbione rovente sotto la pioggia di fuoco. Nel Canto XIV Dante nota il dannato di dimensioni imponenti, che sembra trascurare il tormento provocato dalle fiammelle che cadono dall'alto e ne chiede conto a Virgilio. Capaneo stesso risponde dicendo di essere da morto tale quale era da vivo e dichiarando che Giove (Dio) non potrebbe vendicarsi di lui neppure scagliandogli contro tutte le folgori prodotte da Vulcano. Virgilio ribatte con voce alterata che la sua superbia ne accresce la pena e che la sua rabbia è la sola pena adeguata a lui. Dopo aver spiegato a Dante chi è il dannato, Virgilio invita il discepolo ad allontanarsi.