Casella
Musico e cantore toscano, di cui si hanno scarse notizie (sarebbe nato verso il 1250 a Firenze o a Pistoia, e morì forse poco prima della primavera del 1300, secondo quanto lo stesso Dante dice di lui nel Canto II del Purgatorio in cui compare). Gli antichi commentatori del poema lo descrivono come un musico molto apprezzato e grande amico di Dante, anche se non si sa quanto tali notizie dipendano dalla lettura del poema stesso; nel codice Vaticano 3214 si trova il suo nome in calce a un madrigale di Lemmo da Pistoia, poeta del Duecento, che recita: Casella sonum dedit (lo musicò Casella, il che è coerente con l'episodio dantesco).
Dante lo colloca tra le anime dei penitenti che scendono dalla barca dell'angelo nocchiero sulla spiaggia del Purgatorio (II, 76 ss.): Casella riconosce Dante e si fa avanti per abbracciarlo, così che il poeta tenta di fare altrettanto ma ogni volta le sue braccia tornano al petto (lo spirito è inconsistente). Dante riconosce a sua volta Casella e i due si appartano per parlare; il musico spiega a Dante, stupito di vederlo lì a tanto tempo dalla sua morte, che l'angelo raccoglie sulla sua barca chi vuole lui secondo il volere divino, ma da tre mesi (dal Giubileo indetto nell'anno 1300) ha fatto salire tutti coloro che l'hanno chiesto. Dante prega poi Casella di eseguire un canto per confortarlo della fatica del viaggio e il musico intona la canzone Amor che ne la mente mi ragiona dello stesso Dante, commentata nel III Trattato del Convivio. La dolcezza del canto rapisce Dante, Virgilio e tutte le altre anime, ma d'improvviso giunge Catone che li rimprovera aspramente e li accusa di pigrizia, esortandoli a correre al monte per iniziare a purificarsi dal peccato. Le anime corrono via precipitosamente e Casella non ricompare più nel poema.
Dante lo colloca tra le anime dei penitenti che scendono dalla barca dell'angelo nocchiero sulla spiaggia del Purgatorio (II, 76 ss.): Casella riconosce Dante e si fa avanti per abbracciarlo, così che il poeta tenta di fare altrettanto ma ogni volta le sue braccia tornano al petto (lo spirito è inconsistente). Dante riconosce a sua volta Casella e i due si appartano per parlare; il musico spiega a Dante, stupito di vederlo lì a tanto tempo dalla sua morte, che l'angelo raccoglie sulla sua barca chi vuole lui secondo il volere divino, ma da tre mesi (dal Giubileo indetto nell'anno 1300) ha fatto salire tutti coloro che l'hanno chiesto. Dante prega poi Casella di eseguire un canto per confortarlo della fatica del viaggio e il musico intona la canzone Amor che ne la mente mi ragiona dello stesso Dante, commentata nel III Trattato del Convivio. La dolcezza del canto rapisce Dante, Virgilio e tutte le altre anime, ma d'improvviso giunge Catone che li rimprovera aspramente e li accusa di pigrizia, esortandoli a correre al monte per iniziare a purificarsi dal peccato. Le anime corrono via precipitosamente e Casella non ricompare più nel poema.
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angelo nocchiero - Catone - Virgilio
Firenze - porta del Purgatorio - spiaggia del Purgatorio
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