Corso Donati
Membro della famiglia fiorentina dei Donati cui facevano capo i Guelfi Neri, fratello di Forese e Piccarda, fu uno dei principali esponenti politici della Firenze dei secc. XIII-XIV. Chiamato il «barone» per la fierezza dei suoi modi, fu confinato nel 1300 per ordine della Signoria, che credeva in tal modo di ristabilire l'ordine dopo gli scontri di Calendimaggio; ma Corso, rotto il confino, andò a Roma dove ottenne l'appoggio di Bonifacio VIII per il partito dei Neri. Tornò quindi in patria al seguito di Carlo di Valois, falso paciere mandato dal papa per favorire i Neri; banditi i Bianchi, per due volte (1304 e 1308) congiurò per farsi signore di Firenze, ma nel secondo tentativo (6 ott. 1308) venne accusato di tradimento. Fuggito dalla città, fu raggiunto da armigeri catalani al servizio della Signoria e mentre lo riportavano a Firenze, secondo la testimonianza di G. Villani (Cron., VIII, 96), si sarebbe lasciato cadere da cavallo e uno di quelli lo uccise con un colpo di lancia. Dante accenna al suo tragico destino in Purg., XXIV, 82-87, in cui il fratello Forese (incontrato da Dante fra i golosi della VI Cornice) profetizza la sua morte e dice che sarà trascinato direttamente all'Inferno legato alla coda di una bestia.
Personaggi e luoghi collegati
golosi - Bonifacio VIII - Carlo di Valois - Forese Donati - Piccarda Donati
Firenze
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