Rinieri da Calboli
Appartenne alla nobile famiglia guelfa dei Paolucci, signori di Calboli, e fu nativo di Forlì. Fu coinvolto nelle lotte che lacerarono la Romagna nella seconda metà del sec. XIII, ricoprendo la carica di podestà a Faenza nel 1247, a Parma nel 1252 e a Ravenna nel 1265. Nella guerra del 1276 si ribellò, aiutato da Fiorentini e Bolognesi, al Comune di Forlì, ma fu sconfitto da Guido da Montefeltro. Dopo l'integrazione della Romagna nello Stato della Chiesa, cercò di riguadagnare prestigio presso i Guelfi e nel 1291 fu insieme a Malatesta da Verrucchio tra i garanti dell'accordo con il rettore pontificio della Romagna. L'anno successivo, però, riuscì a impadronirsi con un colpo di mano di Forlì, scacciandone il rettore; espulso nuovamente dalla sua città nel 1294, vi rientrò nel 1296 ma senza insediarsi stabilmente. Il castello di Calboli venne assediato dai Forlivesi ghibellini, guidati da Scarpetta Ordelaffi, ed egli morì in quello stesso anno nel tentativo di riprendere la città.
Dante lo include fra gli invidiosi della II Cornice del Purgatorio, facendone il protagonista (insieme a Guido del Duca) del Canto XIV della II Cantica. Nell'episodio resta per lo più in silenzio, limitandosi a chiedere a Guido perché Dante abbia omesso di nominare l'Arno dalla cui valle proviene, come se fosse qualcosa di cui vergognarsi. Guido spiega che la valle dell'Arno ospita popoli privi di virtù, profetizzando l'azione di Fulcieri da Calboli, nipote di Rinieri, come podestà a Firenze nel 1303, occasione nella quale perseguiterà molti Guelfi bianchi e ne farà strage. Le parole di Guido provocano il suo turbamento, cosa che spinge Dante a chiedere il nome dei due penitenti e solo allora Guido presenterà Rinieri come il pregio e l'onore della propria casata, cosa che non può dirsi dei suoi discendenti. Guido prosegue deplorando la decadenza morale e dei costumi cavallereschi propri della Romagna.
Dante lo include fra gli invidiosi della II Cornice del Purgatorio, facendone il protagonista (insieme a Guido del Duca) del Canto XIV della II Cantica. Nell'episodio resta per lo più in silenzio, limitandosi a chiedere a Guido perché Dante abbia omesso di nominare l'Arno dalla cui valle proviene, come se fosse qualcosa di cui vergognarsi. Guido spiega che la valle dell'Arno ospita popoli privi di virtù, profetizzando l'azione di Fulcieri da Calboli, nipote di Rinieri, come podestà a Firenze nel 1303, occasione nella quale perseguiterà molti Guelfi bianchi e ne farà strage. Le parole di Guido provocano il suo turbamento, cosa che spinge Dante a chiedere il nome dei due penitenti e solo allora Guido presenterà Rinieri come il pregio e l'onore della propria casata, cosa che non può dirsi dei suoi discendenti. Guido prosegue deplorando la decadenza morale e dei costumi cavallereschi propri della Romagna.
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II Cornice - Firenze - Ravenna
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