Bruto e Cassio
Profilo di un busto di M. Giunio Bruto
Marco Giunio Bruto (85-42 a.C.) fu uno dei congiurati che con Gaio Cassio Longino uccise Giulio Cesare il 15 marzo del 44 a.C., perché in lui vedeva un nemico dei valori di Roma repubblicana. Secondo il racconto storico, Cesare, convocato in senato con un pretesto, fu pugnalato da Bruto che egli amava come un figlio, tanto da pronunciare le famose parole Tu quoque, Brute, fili mi («anche tu, Bruto, figlio mio»). Cassio era anche lui un beneficato da Cesare e prese parte alla congiura insieme a Bruto e ad altri cospiratori; lui e Bruto vennero sconfitti da Marco Antonio nella battaglia di Filppi (42 a.C.) ed entrambi si uccisero.
I due sono collocati da Dante nella quarta zona di Cocito (IX Cerchio dell'Inferno), la Giudecca dove sono puniti i traditori dei benefattori, e compaiono nel Canto XXXIV dell'Inferno: essi non sono sepolti nel ghiaccio come gli altri, ma vengono dilaniati dai denti di Lucifero nelle bocche laterali; a sinistra, nella faccia nera, è Bruto, che si contorce e non dice una parola; a destra, nella faccia giallastra, è Cassio, che secondo Virgilio sembra sì membruto (molto robusto: ignoriamo da dove Dante tragga questo dato sconosciuto agli scrittori antichi). I due dannati hanno la testa penzoloni, mentre il mostro li maciulla con i suoi denti; nella bocca centrale è Giuda, traditore di Cristo, che dà il nome alla Giudecca. Bruto e Cassio sono considerati da Dante traditori del benefattore Cesare, ma anche dell'istituzione imperiale come Giuda lo è della Chiesa.
I due sono collocati da Dante nella quarta zona di Cocito (IX Cerchio dell'Inferno), la Giudecca dove sono puniti i traditori dei benefattori, e compaiono nel Canto XXXIV dell'Inferno: essi non sono sepolti nel ghiaccio come gli altri, ma vengono dilaniati dai denti di Lucifero nelle bocche laterali; a sinistra, nella faccia nera, è Bruto, che si contorce e non dice una parola; a destra, nella faccia giallastra, è Cassio, che secondo Virgilio sembra sì membruto (molto robusto: ignoriamo da dove Dante tragga questo dato sconosciuto agli scrittori antichi). I due dannati hanno la testa penzoloni, mentre il mostro li maciulla con i suoi denti; nella bocca centrale è Giuda, traditore di Cristo, che dà il nome alla Giudecca. Bruto e Cassio sono considerati da Dante traditori del benefattore Cesare, ma anche dell'istituzione imperiale come Giuda lo è della Chiesa.