Farinata Degli Uberti
A. Del Castagno, Farinata
Manente Degli Uberti, detto Farinata, fu uno dei principali capi dei Ghibellini a Firenze nel primo Duecento. Con l'appoggio di Federico II di Svevia nel 1248 cacciò i Guelfi, che tornarono dopo il 1250; fu uno degli artefici della disfatta guelfa di Montaperti (1260) e nel successivo convegno di Empoli fu l'unico a opporsi alla proposta di radere al suolo Firenze. Dopo Benevento (1266) i Guelfi tornarono a Firenze e i discendenti di Farinata, morto nel 1264, furono esiliati. Farinata fu accusato di eresia, processato dopo la sua morte e condannato (nel 1283 le salme di lui e della moglie furono riesumate e disperse).
Dante lo colloca tra gli eresiarchi del VI Cerchio dell'Inferno, avallando di fatto l'accusa di essere un seguace dell'epicureismo. Compare nel Canto X dell'Inferno, dove ha un vivace scambio di battute con Dante: il poeta si presenta come Guelfo e ricorda a Farinata che i suoi antenati, due volte cacciati da quelli del dannato, per due volte tornarono a Firenze.
Dopo l'intermezzo di Cavalcante, Farinata profetizza a Dante l'esilio e l'impossiblità di rientrare in città. Gli domanda poi perché i fiorentini siano così duri contro i suoi discendenti e Dante ricorda lo scempio della battaglia di Montaperti, che colorò di rosso le acque del fiume Arbia. Farinata ribatte che non fu certo lui solo a combattere a Montaperti contro i Guelfi, ma fu l'unico a opporsi al disegno di distruggere la città di Firenze.
Farinata spiega ancora a Dante che i dannati hanno facoltà di antivedere il futuro solo quando gli eventi sono molto lontani nel tempo, mentre quando sono prossimi essi sfuggono al loro sguardo. Questo chiarisce a Dante il motivo per cui Cavalcante è caduto in equivoco e ha erroneamente creduto che suo figlio Guido sia già morto nella primavera dell'anno 1300. Prima di allontanarsi, Dante prega Farinata di chiarire il dubbio al compagno di pena.
Per approfondire, ecco un breve video dal canale YouTube "La Divina Commedia in HD"
Dante lo colloca tra gli eresiarchi del VI Cerchio dell'Inferno, avallando di fatto l'accusa di essere un seguace dell'epicureismo. Compare nel Canto X dell'Inferno, dove ha un vivace scambio di battute con Dante: il poeta si presenta come Guelfo e ricorda a Farinata che i suoi antenati, due volte cacciati da quelli del dannato, per due volte tornarono a Firenze.
Dopo l'intermezzo di Cavalcante, Farinata profetizza a Dante l'esilio e l'impossiblità di rientrare in città. Gli domanda poi perché i fiorentini siano così duri contro i suoi discendenti e Dante ricorda lo scempio della battaglia di Montaperti, che colorò di rosso le acque del fiume Arbia. Farinata ribatte che non fu certo lui solo a combattere a Montaperti contro i Guelfi, ma fu l'unico a opporsi al disegno di distruggere la città di Firenze.
Farinata spiega ancora a Dante che i dannati hanno facoltà di antivedere il futuro solo quando gli eventi sono molto lontani nel tempo, mentre quando sono prossimi essi sfuggono al loro sguardo. Questo chiarisce a Dante il motivo per cui Cavalcante è caduto in equivoco e ha erroneamente creduto che suo figlio Guido sia già morto nella primavera dell'anno 1300. Prima di allontanarsi, Dante prega Farinata di chiarire il dubbio al compagno di pena.
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Benevento - Firenze - Montaperti - VI Cerchio (Dite)
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