Ulisse
J. W. Waterhouse, Ulisse e le sirene (1891)
Personaggio della mitologia classica (Odyssèus in greco), figlio di Laerte e di Anticlea, protagonista dei poemi omerici e in particolare dell'Odissea a lui dedicata. Dante non conosceva il testo originale dei due poemi e ha quindi appreso la storia di Ulisse da qualche tardo volgarizzamento o rimaneggiamento, da cui proviene l'episodio narrato dal personaggio che è totalmente estraneo alla tradizione classica.
Dante lo colloca fra i consiglieri fraudolenti dell'VIII Bolgia dell'VIII Cerchio dell'Inferno, dedicandogli buona parte del Canto XXVI. Il poeta nota che una delle fiamme in cui sono avvolti i dannati ha due punte e ne chiede spiegazione a Virgilio. La guida risponde che dentro di essa sono puniti Ulisse e Diomede, colpevoli di aver escogitato l'inganno del cavallo di Troia, di aver smascherato Achille a Sciro, nonché di aver compiuto il furto del Palladio. Dante manifesta il desiderio di parlare con Ulisse e Virgilio acconsente, a condizione però che sia lui a rivolgersi a loro in quanto, essendo greci, potrebbero essere restii a parlare col discepolo. Il poeta latino chiama i due dannati e invita uno dei due a spiegare come e quando morì, quindi il maggior corno de la fiamma antica inizia il suo racconto.
Ulisse narra che dopo aver lasciato la dimora di Circe non volle tornare coi suoi compagni a Itaca, ma si mise in mare aperto affrontando un avventuroso viaggio. Giunto con la sua nave allo stretto di Gibilterra, limite delle terre conosciute, aveva rivolto ai compagni una orazion picciola per indurli a oltrepassare le colonne d'Ercole ed esplorare il mondo sanza gente. Il folle volo nell'emisfero australe, completamente invaso dalle acque, era durato circa cinque mesi, finché la nave era giunta in vista del monte del Purgatorio. A quel punto si era levata una terribile tempesta, che aveva investito la nave di Ulisse e l'aveva fatta colare a picco, causando la morte dell'eroe e di tutti i suoi compagni.
Per approfondire, ecco un breve video dal canale Youtube "La Divina Commedia in HD"
Dante lo colloca fra i consiglieri fraudolenti dell'VIII Bolgia dell'VIII Cerchio dell'Inferno, dedicandogli buona parte del Canto XXVI. Il poeta nota che una delle fiamme in cui sono avvolti i dannati ha due punte e ne chiede spiegazione a Virgilio. La guida risponde che dentro di essa sono puniti Ulisse e Diomede, colpevoli di aver escogitato l'inganno del cavallo di Troia, di aver smascherato Achille a Sciro, nonché di aver compiuto il furto del Palladio. Dante manifesta il desiderio di parlare con Ulisse e Virgilio acconsente, a condizione però che sia lui a rivolgersi a loro in quanto, essendo greci, potrebbero essere restii a parlare col discepolo. Il poeta latino chiama i due dannati e invita uno dei due a spiegare come e quando morì, quindi il maggior corno de la fiamma antica inizia il suo racconto.
Ulisse narra che dopo aver lasciato la dimora di Circe non volle tornare coi suoi compagni a Itaca, ma si mise in mare aperto affrontando un avventuroso viaggio. Giunto con la sua nave allo stretto di Gibilterra, limite delle terre conosciute, aveva rivolto ai compagni una orazion picciola per indurli a oltrepassare le colonne d'Ercole ed esplorare il mondo sanza gente. Il folle volo nell'emisfero australe, completamente invaso dalle acque, era durato circa cinque mesi, finché la nave era giunta in vista del monte del Purgatorio. A quel punto si era levata una terribile tempesta, che aveva investito la nave di Ulisse e l'aveva fatta colare a picco, causando la morte dell'eroe e di tutti i suoi compagni.
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