Ciacco
È uno dei golosi del III Cerchio dell'Inferno, introdotto da Dante nel Canto VI della I Cantica. Poco sappiamo di lui, a parte le notizie fornite da Dante e da Boccaccio nel Decameron (IX, 8), dove lo definisce un «uomo ghiottissimo quanto alcun altro fosse giammai... per altro assai costumato e tutto pieno di belli e piacevoli motti». Il nome poteva forse essere un soprannome spregiativo col senso di «porco», ma potrebbe essere anche un nome proprio. Probabilmente era un parassita che a Firenze veniva invitato ai banchetti per allietare i commensali con le sue facezie, quindi doveva essere ben noto ai lettori contemporanei della Commedia.
Nel Canto VI dell'Inferno Ciacco riconosce Dante come fiorentino e gli chiede se lo riconosce, cosa impossibile dato il suo aspetto stravolto. Poi si presenta e Dante gli pone tre domande sul destino politico di Firenze: cosa succederà alle fazioni in lotta, se vi sono cittadini giusti, quali sono le cause della discordia. Ciacco risponde profetizzando la vittoria dei Neri, dicendo che i giusti sono pochissimi e indicando le cause delle divisioni in superbia, invidia e avarizia.
Dante chiede inoltre notizie sul destino escatologico di altri fiorentini illustri del passato e Ciacco risponde che sono tutti dannati nel profondo dell'Inferno. Dopo aver pregato Dante di ricordarlo ai vivi una volta tornato sulla Terra, tace e torna a sdraiarsi con gli altri dannati, nel fango del III Cerchio.
Nel Canto VI dell'Inferno Ciacco riconosce Dante come fiorentino e gli chiede se lo riconosce, cosa impossibile dato il suo aspetto stravolto. Poi si presenta e Dante gli pone tre domande sul destino politico di Firenze: cosa succederà alle fazioni in lotta, se vi sono cittadini giusti, quali sono le cause della discordia. Ciacco risponde profetizzando la vittoria dei Neri, dicendo che i giusti sono pochissimi e indicando le cause delle divisioni in superbia, invidia e avarizia.
Dante chiede inoltre notizie sul destino escatologico di altri fiorentini illustri del passato e Ciacco risponde che sono tutti dannati nel profondo dell'Inferno. Dopo aver pregato Dante di ricordarlo ai vivi una volta tornato sulla Terra, tace e torna a sdraiarsi con gli altri dannati, nel fango del III Cerchio.