Maometto
Maometto predica l'Islam (miniatura dell'XI sec.)
Profeta e fondatore dell'Islam, nato alla Mecca intorno al 570 e morto a Medina nel 632 (il vero nome era Muhammad, «il lodato», poi italianizzato in Maometto e talvolta storpiato in Malcommetto, con evidente intento spregiativo). Rimasto orfano e sposatosi con la ricca vedova Khadigia, iniziò la predicazione della nuova religione nel 610, trovando l'ostilità della nobiltà della Mecca. Fuggito a Medina nel 622 (la cosiddetta egira, da cui inizia il calendario islamico), rientrò alla Mecca in armi e fondò lo Stato musulmano, di cui fu leader politico e religioso. Un suo collaboratore scrisse sulla base dei suoi insegnamenti il Corano, testo base della religione islamica.
Dante lo colloca tra i seminatori di discordie della IX Bolgia dell'VIII Cerchio dell'Inferno, la cui pena consiste nell'essere fatti a pezzi da un diavolo armato di spada. Maometto compare nel Canto XXVIII, vv. 22-63: appare tagliato dal mento all'ano, con le interiora e gli organi interni che gli pendono tra le gambe; egli stesso si presenta a Dante e mostra le sue ferite aprendosi il petto, spiegando che lui e i compagni di pena hanno seminato scandalo e scisma nel mondo, per cui ora sono fessi, tagliati in questo modo da un diavolo che li mutila con una spada (le ferite si rimarginano prima che siano tornati davanti a lui, una volta percorsa l'intera Bolgia). Maometto indica tra gli altri dannati Alì, che fu suo cugino e suo quarto successore come califfo, tagliato dal mento alla fronte, quindi chiede a Dante chi sia e perché indugi a unirsi a loro nella pena. Virgilio spiega che Dante è ancora vivo ed è lì per vedere la loro punizione, quindi Maometto si arresta e fa a Dante una profezia riguardante l'eretico fra Dolcino (se non vuole seguirlo presto lì, dice, dovrà rifornirsi di viveri per non essere preso per fame nell'assedio del 1306 nel Biellese). Durante queste ultime parole il dannato tiene il piede sospeso in aria, in una posizione grottesca che accentua il carattere comico-realistico di tutta la sua descrizione.
Dante lo colloca tra i seminatori di discordie della IX Bolgia dell'VIII Cerchio dell'Inferno, la cui pena consiste nell'essere fatti a pezzi da un diavolo armato di spada. Maometto compare nel Canto XXVIII, vv. 22-63: appare tagliato dal mento all'ano, con le interiora e gli organi interni che gli pendono tra le gambe; egli stesso si presenta a Dante e mostra le sue ferite aprendosi il petto, spiegando che lui e i compagni di pena hanno seminato scandalo e scisma nel mondo, per cui ora sono fessi, tagliati in questo modo da un diavolo che li mutila con una spada (le ferite si rimarginano prima che siano tornati davanti a lui, una volta percorsa l'intera Bolgia). Maometto indica tra gli altri dannati Alì, che fu suo cugino e suo quarto successore come califfo, tagliato dal mento alla fronte, quindi chiede a Dante chi sia e perché indugi a unirsi a loro nella pena. Virgilio spiega che Dante è ancora vivo ed è lì per vedere la loro punizione, quindi Maometto si arresta e fa a Dante una profezia riguardante l'eretico fra Dolcino (se non vuole seguirlo presto lì, dice, dovrà rifornirsi di viveri per non essere preso per fame nell'assedio del 1306 nel Biellese). Durante queste ultime parole il dannato tiene il piede sospeso in aria, in una posizione grottesca che accentua il carattere comico-realistico di tutta la sua descrizione.
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VIII Cerchio (Malebolge)
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