Accidiosi
Sono i penitenti che scontano la loro pena nella IV Cornice del Purgatorio, colpevoli di scarso amore per il bene: sono costretti a correre a perdifiato lungo la Cornice, gridando alternativamente esempi di sollecitudine e accidia punita, incitandosi a non perdere tempo per poco amore. Dante descrive la loro pena nel Canto XVIII del Purgatorio e include fra essi l'abate di San Zeno a Verona, che si presenta come colui che ricoprì questa carica al tempo dell'imperatore Federico Barbarossa. Il penitente ricorda che Alberto della Scala, signore di Verona con un piè dentro la fossa (allude alla morte imminente di Alberto, avvenuta nel 1301), si pentirà presto dell'abuso compiuto verso quel monastero, poiché impose come suo abate il figlio Giuseppe, illegittimo e indegno moralmente di ricoprire quella carica come di intraprendere la carriera ecclesiastica. Giuseppe della Scala fu effettivamente abate del monastero dal 1292 fino alla morte (1313) ed è indicato da varie fonti come uomo dai costumi dissoluti; quanto all'identificazione dell'abate posto da Dante fra gli accidiosi, essa è molto incerta e nulla si sa del motivo per cui l'abbia incluso in questa Cornice (alcuni interpreti hanno pensato a un pretesto per colpire con la sua polemica Giuseppe della Scala, ma pare poco probabile).
Personaggi e luoghi collegati
superbi - invidiosi - iracondi - avari e prodighi - golosi - lussuriosi - Virgilio
IV Cornice - Verona
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IV Cornice - Verona