Apollo
Apollo di Veio
Divinità del mito classico, figlio di Zeus e Latona, identificato spesso col Sole (mentre alla Luna era ricondotta la sorella, Diana-Artemide). Nel culto greco presiedeva alla musica, all'arte in genere, alla medicina ed era considerato come la divinità capace di dissipare l'oscurità ed eliminare l'incertezza (di qui il culto dell'oracolo di Apollo e la sua connessione alla sapienza e alla filosofia). Suoi attributi nell'iconografia classica erano l'arco, con cui aveva ucciso il Pitone di Delfi, e l'alloro, la pianta a lui sacra le cui corone erano omaggio simbolico a chi eccelleva nella poesia e nell'arte militare.
Dante ne fa la personificazione dell'ispirazione divina e lo cita nel proemio al Paradiso (Canto I, 13-36), dove invoca la sua assistenza per l'ultimo lavoro non essendo più sufficiente quella delle Muse e augurandosi che il dio pagano (ovvero il Dio cristiano in spoglie mitologiche) lo renda degno di indossare l'alloro poetico. Nel Canto II (8-9) Dante affermerà con orgoglio di essere il primo ad affrontare questo argomento, come colui che con la sua nave solca un mare ignoto ed è guidato da Minerva, che gonfia le vele, da Apollo, che regge il timone, e dalle Muse che gli indicano la rotta.
Dante ne fa la personificazione dell'ispirazione divina e lo cita nel proemio al Paradiso (Canto I, 13-36), dove invoca la sua assistenza per l'ultimo lavoro non essendo più sufficiente quella delle Muse e augurandosi che il dio pagano (ovvero il Dio cristiano in spoglie mitologiche) lo renda degno di indossare l'alloro poetico. Nel Canto II (8-9) Dante affermerà con orgoglio di essere il primo ad affrontare questo argomento, come colui che con la sua nave solca un mare ignoto ed è guidato da Minerva, che gonfia le vele, da Apollo, che regge il timone, e dalle Muse che gli indicano la rotta.