Giove
Zeus di Smirne (Louvre)
Divinità classica, identificata dai Romani con il dio greco Zeus, re degli dei e marito di Era (Giunone). Figlio di Saturno (Crono) e Rea, venne sottratto dalla madre al padre che l'avrebbe ucciso e nascosto sul monte Ida a Creta, dove i Coribanti celavano i suoi vagiti coi loro canti. Divenuto adulto spodestò il padre e divenne il dominatore del mondo, di cui era re e giudice, nonché purificatore di colpe e delitti. Sconfisse i Titani ribelli e si unì a dee e donne mortali, dando origine a una nutrita progenie di dei e eroi. Gli antichi lo rappresentavano con le classiche attribuzioni della folgore e dell'egida, lo scudo con cui governava gli elementi naturali tra cui i fenomeni atmosferici, e lo identificavano col quinto pianeta del sistema solare.
Dante lo associa al VI Cielo del Paradiso, governato dalle Dominazioni e in cui appaiono al poeta i beati che operarono in terra sotto l'influsso della giustizia (spiriti giusti). I beati formano varie figure luminose, inclusa quella dell'aquila che era l'uccello sacro a Giove nonché il simbolo dell'autorità imperiale, che secondo Dante doveva assicurare al mondo la giustizia terrena. Il nome Giove è anche spesso usato come sinonimo del Dio cristiano, e di Cristo, ad es. in Purg., VI, 118 (e se licito m'è, o sommo Giove / che fusti in terra per noi crucifisso), mentre Capaneo è dannato tra i bestemmiatori per aver osato sfidare l'autorità del dio pagano.
Dante lo associa al VI Cielo del Paradiso, governato dalle Dominazioni e in cui appaiono al poeta i beati che operarono in terra sotto l'influsso della giustizia (spiriti giusti). I beati formano varie figure luminose, inclusa quella dell'aquila che era l'uccello sacro a Giove nonché il simbolo dell'autorità imperiale, che secondo Dante doveva assicurare al mondo la giustizia terrena. Il nome Giove è anche spesso usato come sinonimo del Dio cristiano, e di Cristo, ad es. in Purg., VI, 118 (e se licito m'è, o sommo Giove / che fusti in terra per noi crucifisso), mentre Capaneo è dannato tra i bestemmiatori per aver osato sfidare l'autorità del dio pagano.