Bonconte da Montefeltro
J.E. Fuessli, Bonconte da Montefeltro
Figlio di Guido, da Dante incluso tra i consiglieri fraudolenti delle Malebolge (Inf., XXVII), nacque nel 1250 ca. e nel 1287 prese parte alla cacciata dei Guelfi da Arezzo, per poi comandare i Ghibellini di quella città contro i Senesi nella battaglia di Pieve del Toppo, dove questi ultimi furono sconfitti (cfr. Inf., XIII, 120-121). Combatté sempre con gli Aretini contro Firenze a Campaldino (1289), scontro cui partecipò anche Dante, e qui cadde sul campo anche se il suo cadavere non venne mai ritrovato. Questo fatto, unito alle molte malefatte da Bonconte compiute in vita, alimentarono la convinzione popolare che fosse finito all'Inferno.
Dante lo include tra tra i morti per forza e peccatori fino all'ultima ora, che attendono nel secondo balzo dell'Antipurgatorio (Purg., V, 85-129): il penitente si presenta e lamenta il fatto che la vedova Giovanna e gli altri suoi parenti non si curano di pregare per lui, cosa che gli provoca vergogna. Dante, stupito, gli chiede cosa abbia provocato la scomparsa del suo corpo a Campaldino e Bonconte spiega che in quello scontro giunse, con la gola squarciata, nel punto dove l'Archiano sfocia nell'Arno. Qui si pentì dei propri peccati e pronunciò il nome della Vergine, quindi la sua anima fu contesa da un angelo e da un diavolo, in modo simile a quanto era avvenuto per il padre secondo il suo racconto. L'esito era stato opposto per Bonconte, in quanto il diavolo aveva dovuto cedere e, per vendetta, aveva scatenato una terribile tempesta che aveva ingrossato il corso dei fiumi, per cui le acque dell'Archiano avevano trascinato il corpo di Bonconte nell'Arno e l'avevano disperso.
Dante lo include tra tra i morti per forza e peccatori fino all'ultima ora, che attendono nel secondo balzo dell'Antipurgatorio (Purg., V, 85-129): il penitente si presenta e lamenta il fatto che la vedova Giovanna e gli altri suoi parenti non si curano di pregare per lui, cosa che gli provoca vergogna. Dante, stupito, gli chiede cosa abbia provocato la scomparsa del suo corpo a Campaldino e Bonconte spiega che in quello scontro giunse, con la gola squarciata, nel punto dove l'Archiano sfocia nell'Arno. Qui si pentì dei propri peccati e pronunciò il nome della Vergine, quindi la sua anima fu contesa da un angelo e da un diavolo, in modo simile a quanto era avvenuto per il padre secondo il suo racconto. L'esito era stato opposto per Bonconte, in quanto il diavolo aveva dovuto cedere e, per vendetta, aveva scatenato una terribile tempesta che aveva ingrossato il corso dei fiumi, per cui le acque dell'Archiano avevano trascinato il corpo di Bonconte nell'Arno e l'avevano disperso.
Personaggi e luoghi collegati
morti per forza - Iacopo del Cassero - Guido da Montefeltro - Pia de' Tolomei - Virgilio
Firenze - Malebolge - Antipurgatorio - spiaggia del Purgatorio - porta del Purgatorio
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