Maria Vergine
Antonello da Messina, 'Viso della Vergine'
È la madre di Gesù Cristo, protagonista dei Vangeli e personaggio centrale nella storia del Cristianesimo occidentale e orientale. Questa Guida si limita al suo ruolo nel poema dantesco, dato l'altissimo significato religioso e storico di Maria che non può trovare spazio sufficiente in poche righe.
Maria compare per la prima volta in Inf., II, 64 ss., quando Beatrice racconta a Virgilio di come una donna gentil in Cielo si sia rivolta a santa Lucia, la quale sollecitò a sua volta Beatrice a soccorrere Dante (in quella circostanza Maria, pur non espressamente nominata, era forse allegoria della grazia preveniente).
In Purg., VIII, 37 ss. Sordello spiega a Dante e Virgilio che i due angeli venuti nella valletta dei principi a scacciare il serpente sono giunti del grembo di Maria, cioè dall'Empireo. Maria è poi esempio di virtù premiata all'ingresso di ogni Cornice del Purgatorio: di umiltà in X, 34 ss. (raffigurata sul bassorilievo, mentre riceve la visita dell'arcangelo Gabriele); di carità in XIII, 28 ss. (la sua voce dice vinum non habent alle nozze di Cana); di mansuetudine in XV, 88 ss. (Dante ha la visione di Maria che rinuncia a rimproverare Gesù); di sollecitudine in XVIII, 100 (gli accidiosi ricordano Maria che visita Elisabetta a Ebron); di povertà e liberalità in XX, 19 ss. (una voce ricorda che Maria partorì poveramente Gesù); di frugalità in XXII, 142 (una voce ricorda ancora le nozze di Cana); infine di castità in XXV, 128 (la voce di Maria dichiara virum non cognosco).
Nel Paradiso Maria, più volte invocata, compare soltanto nel Canto XXIII, dopo il trionfo di Cristo. Dapprima definita da Beatrice la rosa in che 'l verbo divino / carne si fece, la Vergine appare in forma di luce sfolgorante, circondata da un'altra luce che rappresenta l'arcangelo Gabriele (88-102); in seguito celebra il suo trionfo seguendo Cristo (112-120).
Nel Canto XXXI, di fronte alla rosa dei beati, san Bernardo mostra a Dante il seggio di Maria che supera in luminosità tutti gli altri (94-142). Nel Canto seguente, Bernardo illustra al poeta la disposizione dei beati nella rosa, sempre tenendo lo sguardo fisso sulla Vergine di cui è devoto (1-48); poi il santo invita Dante a figgere lo sguardo nella luce di Maria, circondata da un tripudio di angeli, tra i quali Gabriele che intona per lei l'Ave Maria (85-138). È ancora san Bernardo, infine, a rivolgere a Maria la famosa preghiera che apre il Canto XXXIII (1-39), affinché la Vergine interceda presso Dio e questi consenta a Dante l'altissimo privilegio di figgere il suo sguardo nella mente divina.
Maria compare per la prima volta in Inf., II, 64 ss., quando Beatrice racconta a Virgilio di come una donna gentil in Cielo si sia rivolta a santa Lucia, la quale sollecitò a sua volta Beatrice a soccorrere Dante (in quella circostanza Maria, pur non espressamente nominata, era forse allegoria della grazia preveniente).
In Purg., VIII, 37 ss. Sordello spiega a Dante e Virgilio che i due angeli venuti nella valletta dei principi a scacciare il serpente sono giunti del grembo di Maria, cioè dall'Empireo. Maria è poi esempio di virtù premiata all'ingresso di ogni Cornice del Purgatorio: di umiltà in X, 34 ss. (raffigurata sul bassorilievo, mentre riceve la visita dell'arcangelo Gabriele); di carità in XIII, 28 ss. (la sua voce dice vinum non habent alle nozze di Cana); di mansuetudine in XV, 88 ss. (Dante ha la visione di Maria che rinuncia a rimproverare Gesù); di sollecitudine in XVIII, 100 (gli accidiosi ricordano Maria che visita Elisabetta a Ebron); di povertà e liberalità in XX, 19 ss. (una voce ricorda che Maria partorì poveramente Gesù); di frugalità in XXII, 142 (una voce ricorda ancora le nozze di Cana); infine di castità in XXV, 128 (la voce di Maria dichiara virum non cognosco).
Nel Paradiso Maria, più volte invocata, compare soltanto nel Canto XXIII, dopo il trionfo di Cristo. Dapprima definita da Beatrice la rosa in che 'l verbo divino / carne si fece, la Vergine appare in forma di luce sfolgorante, circondata da un'altra luce che rappresenta l'arcangelo Gabriele (88-102); in seguito celebra il suo trionfo seguendo Cristo (112-120).
Nel Canto XXXI, di fronte alla rosa dei beati, san Bernardo mostra a Dante il seggio di Maria che supera in luminosità tutti gli altri (94-142). Nel Canto seguente, Bernardo illustra al poeta la disposizione dei beati nella rosa, sempre tenendo lo sguardo fisso sulla Vergine di cui è devoto (1-48); poi il santo invita Dante a figgere lo sguardo nella luce di Maria, circondata da un tripudio di angeli, tra i quali Gabriele che intona per lei l'Ave Maria (85-138). È ancora san Bernardo, infine, a rivolgere a Maria la famosa preghiera che apre il Canto XXXIII (1-39), affinché la Vergine interceda presso Dio e questi consenta a Dante l'altissimo privilegio di figgere il suo sguardo nella mente divina.
Personaggi e luoghi collegati
Adamo - arcangelo Gabriele - Beatrice - san Bernardo - Bonifacio VIII - Clemente V - Lia - Matelda - messo celeste - arcangelo Michele
san Pietro - san Paolo - patriarchi - Rachele
VIII Cielo (Stelle Fisse) - Empireo
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