Lia
D. G. Rossetti, Lia e Rachele
Personaggio dell'Antico Testamento (Genesi, 29-30 e ss.), figlia di Labano e prima moglie del patriarca Giacobbe. Non bella ma feconda, a differenza della sorella Rachele,
fu interpretata nella tradizione esegetica della Bibbia come allegoria
della vita attiva in opposizione alla sorella, simbolo della vita
contemplativa: secondo san Tommaso, Istae duae vitae significantur per duas uxores Iacob: activa quidem per Liam, contemplativa vero per Rachelem («Queste due vite sono rappresentate dalle due mogli di Giacobbe: la vita attiva da Lia, quella contemplativa da Rachele», Summa Theol., II-IIae, q. CLXXIX).
Dante la cita in Purg., XXVII, 94-108, come protagonista del sogno che il poeta fa poco prima del suo ingresso nell'Eden: sogna infatti una donna giovane e bella che va cogliendo fiori in un prato, mentre canta e si presenta come Lia, intenta a farsi una ghirlanda. La giovane aggiunge che intende agghindarsi per ammirarsi allo specchio, mentre la sorella Rachele non smette mai di contemplare la propria immagine riflessa, essendo sempre vogliosa di ammirare i propri begli occhi come lei lo è di operare. È evidente che anche per Dante Lia è simbolo della vita attiva, mentre a molti commentatori è parso che la donna prefiguri in parte il personaggio di Matelda, che Dante incontrerà poco dopo nell'Eden e descriverà in atteggiamenti molto simili (anche Matelda è giovane e bella, coglie dei fiori mentre canta e balla...), per quanto il reale valore simbolico di Matelda sia molto discusso. Ad alcuni studiosi è sembrato esserci un legame anche tra Rachele e Beatrice, specie per il particolare dei belli occhi comune a entrambe le donne, ma è improbabile che la donna amata da Dante abbia il senso allegorico della vita contemplativa (Beatrice è allegoria della grazia santificante e della teologia).
Da rilevare, infine, che Dante descrive Lia come giovane e bella, mentre secondo il testo biblico essa era liippis... oculis («dagli occhi malati», Gen., XXIX, 17). Non è chiaro perché il poeta operi questa trasformazione, se non forse per mettere Lia in relazione a Matelda.
Dante la cita in Purg., XXVII, 94-108, come protagonista del sogno che il poeta fa poco prima del suo ingresso nell'Eden: sogna infatti una donna giovane e bella che va cogliendo fiori in un prato, mentre canta e si presenta come Lia, intenta a farsi una ghirlanda. La giovane aggiunge che intende agghindarsi per ammirarsi allo specchio, mentre la sorella Rachele non smette mai di contemplare la propria immagine riflessa, essendo sempre vogliosa di ammirare i propri begli occhi come lei lo è di operare. È evidente che anche per Dante Lia è simbolo della vita attiva, mentre a molti commentatori è parso che la donna prefiguri in parte il personaggio di Matelda, che Dante incontrerà poco dopo nell'Eden e descriverà in atteggiamenti molto simili (anche Matelda è giovane e bella, coglie dei fiori mentre canta e balla...), per quanto il reale valore simbolico di Matelda sia molto discusso. Ad alcuni studiosi è sembrato esserci un legame anche tra Rachele e Beatrice, specie per il particolare dei belli occhi comune a entrambe le donne, ma è improbabile che la donna amata da Dante abbia il senso allegorico della vita contemplativa (Beatrice è allegoria della grazia santificante e della teologia).
Da rilevare, infine, che Dante descrive Lia come giovane e bella, mentre secondo il testo biblico essa era liippis... oculis («dagli occhi malati», Gen., XXIX, 17). Non è chiaro perché il poeta operi questa trasformazione, se non forse per mettere Lia in relazione a Matelda.
Personaggi e luoghi collegati
Adamo - arcangelo Gabriele - Beatrice - san Bernardo - Matelda - messo celeste - arcangelo Michele - san Paolo - patriarchi - san Pietro santa Lucia - Vergine
Eden - Empireo
Adamo - arcangelo Gabriele - Beatrice - san Bernardo - Matelda - messo celeste - arcangelo Michele - san Paolo - patriarchi - san Pietro santa Lucia - Vergine
Eden - Empireo