Paradiso terrestre (Eden)
P. Bruegel, Adamo ed Eva nell'Eden
È il meraviglioso giardino descritto nell'Antico Testamento (Gen., II, 8-17; III, 24) dove Adamo ed Eva soggiornarono prima della loro cacciata in seguito al peccato originale. Dante lo colloca sulla vetta del monte del Purgatorio e lo descrive nei Canti XXVII-XXXIII della II Cantica, come il luogo dove le anime penitenti giungono al termine del loro percorso di espiazione, per prepararsi a salire a le stelle in seguito ad alcuni riti di purificazione.
Nel Canto XXVIII del Purgatorio l'Eden è presentato come una divina foresta spessa e viva, in cui soffia una brezza leggera e regolare prodotta non da fenomeni atmosferici (del tutto assenti al di sopra della porta del Purgatorio), ma dal ruotare delle sfere celesti. Tra le fronde degli alberi cinguettano soavemente gli uccelli e il fogliame è talmente fitto da non lasciare quasi filtrare la luce del sole. Inoltratosi nel bosco, Dante si ritrova il passo sbarrato da un fiume, il Lete, che come apprenderemo in seguito ha il potere di cancellare il ricordo dei peccati commessi alle anime che vi si immergono, mentre un secondo fiume, l'Eunoè, ha il potere di rafforzare il ricordo del bene compiuto.
Al di là del Lete appare a Dante Matelda, una bellissima giovane donna che è la sola abitante del luogo e va forse interpretata come l'allegoria dello stato perduto di innocenza dell'uomo. Matelda spiega a Dante l'origine del vento, quella dei due fiumi dell'Eden, nonché il fatto che nel giardino sono presenti tutte le piante della natura, incluse alcune sconosciute all'uomo, e che talvolta alcune piante germogliano spontaneamente sulla Terra perché le loro sementi sono portate lì dall'aria. Matelda dichiara inoltre che, forse, i poeti classici intravidero questo luogo quando nei loro versi cantarono dell'età dell'oro.
Nel Canto XXIX Dante assiste alla processione simbolica che rappresenta il procedere della storia, con al centro il carro a due ruote trainato dal grifone che simboleggia la Chiesa. Nel Canto XXX sul carro appare trionfalmente Beatrice, accompagnata dalle virtù teologali, e al suo apparire scompare improvvisamente Virgilio. Beatrice rimprovera aspramente Dante per i peccati commessi, quindi fa immergere il poeta nelle acque del Lete (Canto XXXI). Nel Canto XXXII gli mostra una nuova processione simbolica, che rappresenta le vicende storiche della Chiesa sino alla cattività avignonese. Nel Canto XXXIII gli rivolge nuovi rimproveri, prima di farlo immergere nelle acque dell'Eunoè e prepararlo così all'ascesa in Paradiso.
Per approfondire, ecco un breve video dal canale YouTube "La Divina Commedia in HD"
Nel Canto XXVIII del Purgatorio l'Eden è presentato come una divina foresta spessa e viva, in cui soffia una brezza leggera e regolare prodotta non da fenomeni atmosferici (del tutto assenti al di sopra della porta del Purgatorio), ma dal ruotare delle sfere celesti. Tra le fronde degli alberi cinguettano soavemente gli uccelli e il fogliame è talmente fitto da non lasciare quasi filtrare la luce del sole. Inoltratosi nel bosco, Dante si ritrova il passo sbarrato da un fiume, il Lete, che come apprenderemo in seguito ha il potere di cancellare il ricordo dei peccati commessi alle anime che vi si immergono, mentre un secondo fiume, l'Eunoè, ha il potere di rafforzare il ricordo del bene compiuto.
Al di là del Lete appare a Dante Matelda, una bellissima giovane donna che è la sola abitante del luogo e va forse interpretata come l'allegoria dello stato perduto di innocenza dell'uomo. Matelda spiega a Dante l'origine del vento, quella dei due fiumi dell'Eden, nonché il fatto che nel giardino sono presenti tutte le piante della natura, incluse alcune sconosciute all'uomo, e che talvolta alcune piante germogliano spontaneamente sulla Terra perché le loro sementi sono portate lì dall'aria. Matelda dichiara inoltre che, forse, i poeti classici intravidero questo luogo quando nei loro versi cantarono dell'età dell'oro.
Nel Canto XXIX Dante assiste alla processione simbolica che rappresenta il procedere della storia, con al centro il carro a due ruote trainato dal grifone che simboleggia la Chiesa. Nel Canto XXX sul carro appare trionfalmente Beatrice, accompagnata dalle virtù teologali, e al suo apparire scompare improvvisamente Virgilio. Beatrice rimprovera aspramente Dante per i peccati commessi, quindi fa immergere il poeta nelle acque del Lete (Canto XXXI). Nel Canto XXXII gli mostra una nuova processione simbolica, che rappresenta le vicende storiche della Chiesa sino alla cattività avignonese. Nel Canto XXXIII gli rivolge nuovi rimproveri, prima di farlo immergere nelle acque dell'Eunoè e prepararlo così all'ascesa in Paradiso.
Per approfondire, ecco un breve video dal canale YouTube "La Divina Commedia in HD"
Personaggi e luoghi collegati
Beatrice - Matelda - Stazio - Virgilio
spiaggia - Antipurgatorio - valletta dei principi - porta del Purgatorio - I Cornice - II Cornice - III Cornice IV Cornice - V Cornice - VI Cornice - VII Cornice
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