VI Cornice
È la Cornice del Purgatorio in cui si sconta il peccato capitale di gola, ed è descritta nei Canti XXII, XXIII, XXIV e XXV della II Cantica: i golosi sono tormentati dalla fame e dalla sete che provoca in loro una spaventosa magrezza, tanto che nei loro volti smunti si potrebbe leggere la parola «OMO» (le due o sono gli occhi, la m è la linea del naso e dei sopraccigli). La fame è provocata in loro dal profumo di dolci frutti che crescono su due alberi, posti all'ingresso e all'uscita della Cornice: il primo (XXII, 130 ss.) è simile a un abete rovesciato che si allarga progressivamente verso l'alto e che forse ha le radici rivolte al cielo, il secondo (XXIV, 100 ss.) è detto essere nato dall'albero della conoscenza del bene e del male che si trova nell'Eden (non è da escludere che ce ne siano altri, non descritti da Dante). Vicino al primo albero, sul lato della parete rocciosa, sgorga una fonte d'acqua che scorre verso l'alto e accentua la sete dei penitenti. Questi recitano poi Labia mea, Domine, che è il versetto 17 del Miserere (Salmo L).
Dopo l'ingresso nella Cornice, Dante sente una voce tra i rami del primo albero che dichiara gli esempi di temperanza, ovvero quelli di Maria che invitò Gesù a compiere il miracolo delle nozze di Cana, delle donne dell'antica Roma che si accontentavano sobriamente di bere acqua, del profeta Daniele che rifiutò i cibi della mensa regale babilonese e preferì nutrirsi di acqua e legumi, dell'età dell'oro in cui la fame e la sete resero appetibili le ghiande e l'acqua dei ruscelli, di Giovanni Battista che nel deserto si nutrì di miele e locuste. Gli esempi di gola punita verranno dichiarati da un'altra voce vicino al secondo albero, e sono relativi ai centauri che alle nozze di Piritoo e Ippodamia si ubriacarono e tentarono di far violenza alla sposa, venendo uccisi da Teseo, e agli Ebrei che alle porte di Arad avevano ceduto alla sete bevendo senza risparmio, venendo esclusi da Gedeone nella guerra contro i Madianiti. Prima di lasciare la Cornice, Dante incontra l'angelo della temperanza che cancella la sesta P dalla sua ftonte e dichiara beati coloro che hanno fame di giustizia, che è la prima parte della stessa beatitudine (la quarta) dichiarata dall'angelo della giustizia all'uscita dalla V Cornice.
Dopo l'ingresso nella Cornice, Dante sente una voce tra i rami del primo albero che dichiara gli esempi di temperanza, ovvero quelli di Maria che invitò Gesù a compiere il miracolo delle nozze di Cana, delle donne dell'antica Roma che si accontentavano sobriamente di bere acqua, del profeta Daniele che rifiutò i cibi della mensa regale babilonese e preferì nutrirsi di acqua e legumi, dell'età dell'oro in cui la fame e la sete resero appetibili le ghiande e l'acqua dei ruscelli, di Giovanni Battista che nel deserto si nutrì di miele e locuste. Gli esempi di gola punita verranno dichiarati da un'altra voce vicino al secondo albero, e sono relativi ai centauri che alle nozze di Piritoo e Ippodamia si ubriacarono e tentarono di far violenza alla sposa, venendo uccisi da Teseo, e agli Ebrei che alle porte di Arad avevano ceduto alla sete bevendo senza risparmio, venendo esclusi da Gedeone nella guerra contro i Madianiti. Prima di lasciare la Cornice, Dante incontra l'angelo della temperanza che cancella la sesta P dalla sua ftonte e dichiara beati coloro che hanno fame di giustizia, che è la prima parte della stessa beatitudine (la quarta) dichiarata dall'angelo della giustizia all'uscita dalla V Cornice.
Personaggi e luoghi collegati
Beatrice - Forese Donati - Bonagiunta - golosi - Maria - Stazio - Virgilio
spiaggia - Antipurgatorio - valletta dei principi - porta del Purgatorio - I Cornice - II Cornice - III Cornice - IV Cornice
V Cornice - VII Cornice - Paradiso Terrestre (Eden)
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