VII Cornice
È la Cornice del Purgatorio in cui si sconta il peccato capitale di lussuria, ed è descritta nei Canti XXV, XXVI e XXVII della II Cantica: i lussuriosi camminano in una cortina di fiamme che fuoriesce dalla parete rocciosa del monte e avvolge tutta la Cornice, lasciando libero solo l'orlo estremo. I penitenti alternano il canto dell'inno Summae Deus clementiae alla dichiarazione degli esempi di castità: il primo è come sempre quello di Maria che dice Virum non cognosco, in risposta all'arcangelo Gabriele che le annunciava la maternità; il secondo è della dea Diana, che visse castamente nelle selve da cui scacciò la ninfa Callisto che si era unita a Giove; il terzo è relativo alle mogli e ai mariti che furono casti nel vincolo matrimoniale. Gli esempi di lussuria punita sono pure gridati dalle anime quando le due opposte schiere (di peccatori secondo natura e contro natura) si incontrano: sono quello biblico di Sodoma e Gomorra e quello classico di Pasifae, protagonista dell'unione mostruosa con un toro da cui fu generato il Minotauro (i due esempi sono dichiarati rispettivamente dai sodomiti e dai lussuriosi secondo natura).
Prima di attraversare il muro di fiamme, Dante incontra l'angelo della castità che dichiara beati i puri di cuore, prima di cancellare la settima e ultima P dalla fronte del poeta. Dopo molte esitazioni e spinto dalle parole di Virgilio che gli ricorda che dall'altra parte lo attende Beatrice, Dante attraversa le fiamme e intravede una luce dall'altro lato, probabilmente l'angelo custode dell'Eden che canta Venite, benedicti Patris mei (le parole che secondo il Vangelo di Matteo Cristo rivolgerà agli eletti il Giorno del Giudizio). Giunto fuori dalle fiamme, Dante si trova ai piedi di una scala che conduce al Paradiso Terrestre e l'angelo invita i poeti ad affrettare il passo, poiché sta per calare la notte. Dante, Virgilio e Stazio salgono lungo la scala, finché il sole tramonta e i tre sono colti dal sonno, per cui ciascuno si stende su un gradino e si addormenta.
Prima di attraversare il muro di fiamme, Dante incontra l'angelo della castità che dichiara beati i puri di cuore, prima di cancellare la settima e ultima P dalla fronte del poeta. Dopo molte esitazioni e spinto dalle parole di Virgilio che gli ricorda che dall'altra parte lo attende Beatrice, Dante attraversa le fiamme e intravede una luce dall'altro lato, probabilmente l'angelo custode dell'Eden che canta Venite, benedicti Patris mei (le parole che secondo il Vangelo di Matteo Cristo rivolgerà agli eletti il Giorno del Giudizio). Giunto fuori dalle fiamme, Dante si trova ai piedi di una scala che conduce al Paradiso Terrestre e l'angelo invita i poeti ad affrettare il passo, poiché sta per calare la notte. Dante, Virgilio e Stazio salgono lungo la scala, finché il sole tramonta e i tre sono colti dal sonno, per cui ciascuno si stende su un gradino e si addormenta.
Personaggi e luoghi collegati
Arnaut Daniel - Beatrice - Guido Guinizelli - lussuriosi - Maria - Minotauro - Stazio - Virgilio
spiaggia - Antipurgatorio - valletta dei principi - porta del Purgatorio - I Cornice - II Cornice - III Cornice - IV Cornice
V Cornice - VI Cornice - Paradiso Terrestre (Eden)
Arnaut Daniel - Beatrice - Guido Guinizelli - lussuriosi - Maria - Minotauro - Stazio - Virgilio
spiaggia - Antipurgatorio - valletta dei principi - porta del Purgatorio - I Cornice - II Cornice - III Cornice - IV Cornice
V Cornice - VI Cornice - Paradiso Terrestre (Eden)