III Cornice
È la Cornice del Purgatorio in cui si sconta il peccato capitale di ira, ed è descritta nei Canti XV, XVI e XVII della II Cantica. Gli iracondi sono avvolti da un fumo oscuro e denso, che li acceca e fa irritare loro gli occhi: il senso del contrappasso allude all'ira che li accecò in vita e ottenebrò loro la mente, inducendoli a peccare.
L'accesso alla Cornice avviene per mezzo di una scala meno ripida delle precedenti e gli esempi di mansuetudine sono rivelati a Dante attraverso delle visioni estatiche: il primo è quello di Maria, che rimprovera dolcemente Gesù dodicenne dopo averlo ritrovato al Tempio, intento a disputare con i dottori (Luc., II, 41-48); il secondo è quello di Pisistrato, al quale la moglie aveva chiesto di punire duramente un giovane reo di aver baciato la loro figlia in pubblico, mentre la risposta del tiranno è benevola (Val. Max., Mem., V, I); il terzo è quello di S. Stefano, martirizzato dai Giudei e intento a chiedere a Dio il perdono per i propri uccisori (Act. Ap., VII, 54-60).
All'uscita dalla Cornice gli esempi di ira punita sono nuovamente rivelati per mezzo di visioni: il primo è quello di Progne, tramutata in usignolo dopo aver ucciso il figlioletto Iti e averne imbandito le carni al marito Tereo, per vendicare la violenza sulla sorella di lei FiIomela (cfr. Purg., IX, 13-15); il secondo è quello di Aman, ministro del re persiano Assuero che, adirato contro Mardocheo che non lo adorava come pretendeva, progettò di crocifiggerlo e distruggere tutti gli Ebrei, ma fu crocifisso dal re sulla stessa croce preparata per Mardocheo (Est., III-VII); il terzo è quello della regina Amata, moglie del re Latino, che si impicca credendo Turno già morto e indispettita per le nozze inevitabili della figlia Lavinia con Enea (Aen., XII, 595 ss.).
Dante incontra poi l'angelo della mansuetudine, che cancella la terza P dalla fronte del poeta e canta la beatitudine Beati pacifici.
L'accesso alla Cornice avviene per mezzo di una scala meno ripida delle precedenti e gli esempi di mansuetudine sono rivelati a Dante attraverso delle visioni estatiche: il primo è quello di Maria, che rimprovera dolcemente Gesù dodicenne dopo averlo ritrovato al Tempio, intento a disputare con i dottori (Luc., II, 41-48); il secondo è quello di Pisistrato, al quale la moglie aveva chiesto di punire duramente un giovane reo di aver baciato la loro figlia in pubblico, mentre la risposta del tiranno è benevola (Val. Max., Mem., V, I); il terzo è quello di S. Stefano, martirizzato dai Giudei e intento a chiedere a Dio il perdono per i propri uccisori (Act. Ap., VII, 54-60).
All'uscita dalla Cornice gli esempi di ira punita sono nuovamente rivelati per mezzo di visioni: il primo è quello di Progne, tramutata in usignolo dopo aver ucciso il figlioletto Iti e averne imbandito le carni al marito Tereo, per vendicare la violenza sulla sorella di lei FiIomela (cfr. Purg., IX, 13-15); il secondo è quello di Aman, ministro del re persiano Assuero che, adirato contro Mardocheo che non lo adorava come pretendeva, progettò di crocifiggerlo e distruggere tutti gli Ebrei, ma fu crocifisso dal re sulla stessa croce preparata per Mardocheo (Est., III-VII); il terzo è quello della regina Amata, moglie del re Latino, che si impicca credendo Turno già morto e indispettita per le nozze inevitabili della figlia Lavinia con Enea (Aen., XII, 595 ss.).
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Personaggi e luoghi collegati
Beatrice - Marco Lombardo - Maria - iracondi - Virgilio
spiaggia - Antipurgatorio - valletta dei principi - porta del Purgatorio - I Cornice - II Cornice
IV Cornice - V Cornice - VI Cornice - VII Cornice - Paradiso Terrestre (Eden)
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