La Divina Commedia
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VIII Cielo (delle Stelle Fisse)

È l'ottavo Cielo del Paradiso a partire dalla Terra, governato dai Cherubini e nel quale si credeva fossero collocate le stelle fisse nella volta celeste: Aristotele lo indicava come il Cielo più esterno, mentre la dottrina cristiana di san Tommaso d'Aquino e degli altri teologi aggiunse ad esso il Primo Mobile e l'Empireo (di tutto ciò Dante tratta in Conv., II, 3; in Purg., XI, 108 afferma che questo Cielo è quello che impiega più tempo per compiere un'intera rotazione intorno al polo dell'Eclittica, vale a dire 360 secoli). Dante lo descrive nei Canti XXII, XXIII, XXIV, XXV, XXVI, XXVII del Paradiso e non associa ad esso alcuna particolare schiera di beati, come invece avveniva per i Cieli sottostanti; diverso è anche il modo in cui vi ascende, poiché Beatrice (XXII) lo spinge con un cenno lungo la scala dorata in cui sono apparsi gli spiriti contemplanti, nel Cielo di Saturno, e il poeta sale con movimento rapidissimo, trovandosi al cospetto della costellazione dei Gemelli cui scioglie un commosso inno di ringraziamento per l'ingegno letterario ricevuto e dalla quale invoca l'assistenza poetica per affrontare l'ultima parte della Cantica (da qui inizia la parte conclusiva e più impegnativa del Paradiso, che introdurrà alla visione finale di Dio). Una volta asceso all'VIII Cielo, Dante viene invitato da Beatrice ad osservare in basso il cammino percorso, per cui il poeta vede i sette pianeti che ruotano nelle loro orbite intorno alla Terra, risibile nella sua piccolezza, poi (XXIII) assiste al trionfo di tutti i beati che appaiono insieme a Cristo, la cui luce è tale da abbagliare la sua vista. Dante riesce comunque a scorgere la figura umana di Cristo e tale visione gli consente in seguito di vedere nuovamente il sorriso di Beatrice senza rischiare di essere folgorato (il poeta è protagonista di un excessus mentis di tipo mistico): in seguito egli assiste al trionfo di Maria, circondata dalla luce dell'arcangelo Gabriele che le ruota intorno, finché Maria non segue Cristo verso l'Empireo e le anime dei beati si protendono verso l'alto con tutto il loro ardore di carità.
Appare in seguito l'anima di san Pietro, che esamina Dante sul possesso della fede approvando le sue risposte (XXIV), poi quella di san Giacomo (XXV) che lo esamina sulla speranza, quindi quella di san Giovanni, che abbaglia il poeta privandolo della facoltà visiva e in seguito (XXVI) lo esamina sulla carità. Dante supera anche questa prova e riacquista la vista, quindi avviene l'incontro con Adamo al quale il poeta rivolge quattro domande. Riprende la parola san Pietro che rivolge una durissima invettiva contro i papi corrotti (XXVII), in seguito alla quale il Cielo si tinge di rosso come la luce del beato e come quella di tutti gli altri spiriti, inclusa Beatrice; dopo che i beati sono risaliti verso l'Empireo, Beatrice invita nuovamente Dante a osservare la Terra, per valutare quanto spazio ha percorso ruotando con l'VIII Cielo, quindi la sua virtù fa allontanare Dante dalla costellazione dei Gemelli e lo spinge al Primo Mobile, il ciel velocissimo.





Personaggi e luoghi collegati
Beatrice - san Pietro - san Giacomo - san Giovanni - Adamo - Maria

I Cielo (Luna) - II Cielo (Mercurio) - III Cielo (Venere) - IV Cielo (Sole) - V Cielo (di Marte) - VI Cielo (Giove) - VII Cielo (Saturno)
IX Cielo (Primo Mobile) - X Cielo (Empireo)
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