Tegghiaio Aldobrandi
Figlio di Aldobrando degli Adimari, fiorentino, fu podestà di Arezzo nel 1256 e combatté a Montaperti dalla parte Guelfa. Morì prima del 1266.
Dante lo cita nel Canto VI dell'Inferno, quando chiede a Ciacco il destino ultraterreno di lui e altri personaggi. Ciacco aveva preannunciato la sua dannazione e infatti Dante lo colloca fra i sodomiti del terzo Girone del VII Cerchio. Compare nel Canto XVI, insieme a Iacopo Rusticucci, anche lui uomo politico fiorentino vissuto a metà del Duecento, e a Guido Guerra, fiorentino di parte guelfa che fu esiliato dopo Montaperti e combatté vittoriosamente a Benevento (1266).
È il Rusticucci a rivolgersi a Dante e a presentare prima Guerra, che lo precede nel sabbione infuocato, poi Tegghiaio, che lo segue, infine se stesso. Dante manifesta tutta la sua ammirazione per i tre concittadini, che si sono fatti onore con le loro azioni politiche, poi Iacopo chiede al poeta se a Firenze alberghino ancora cortesia e valore come ai loro tempi, poiché un dannato di nome Guglielmo Borsiere, morto da poco e vissuto a Firenze, ha portato tristi notizie. Dante risponde che la gente nova e i sùbiti guadagni, ovvero l'avarizia e la sete di ricchezze della nuova borghesia cittadina, hanno causato la corruzione politica della città. I tre lodano Dante per la sua franchezza, lo pregano di ricordarli ai vivi e quindi raggiungono i compagni di pena.
Dante lo cita nel Canto VI dell'Inferno, quando chiede a Ciacco il destino ultraterreno di lui e altri personaggi. Ciacco aveva preannunciato la sua dannazione e infatti Dante lo colloca fra i sodomiti del terzo Girone del VII Cerchio. Compare nel Canto XVI, insieme a Iacopo Rusticucci, anche lui uomo politico fiorentino vissuto a metà del Duecento, e a Guido Guerra, fiorentino di parte guelfa che fu esiliato dopo Montaperti e combatté vittoriosamente a Benevento (1266).
È il Rusticucci a rivolgersi a Dante e a presentare prima Guerra, che lo precede nel sabbione infuocato, poi Tegghiaio, che lo segue, infine se stesso. Dante manifesta tutta la sua ammirazione per i tre concittadini, che si sono fatti onore con le loro azioni politiche, poi Iacopo chiede al poeta se a Firenze alberghino ancora cortesia e valore come ai loro tempi, poiché un dannato di nome Guglielmo Borsiere, morto da poco e vissuto a Firenze, ha portato tristi notizie. Dante risponde che la gente nova e i sùbiti guadagni, ovvero l'avarizia e la sete di ricchezze della nuova borghesia cittadina, hanno causato la corruzione politica della città. I tre lodano Dante per la sua franchezza, lo pregano di ricordarli ai vivi e quindi raggiungono i compagni di pena.
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Ciacco - Mosca dei Lamberti - Farinata Degli Uberti - sodomiti
III Cerchio - VII Cerchio - Benevento - Firenze - Montaperti
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