Sodomiti
Sono i violenti contro Dio in quanto peccatori contro natura, detti così dalla città biblica di Sodoma dove l'omosessualità maschile era largamente praticata. Dante li colloca nel terzo girone del VII Cerchio dell'Inferno, costretti a camminare nel sabbione rovente sotto la pioggia di fuoco, e dice che sono più numerosi delle altre schiere di anime (bestemmiatori, usurai). A loro sono dedicati i Canti XV-XVI dell'Inferno e Dante spiega che sono divisi in diverse schiere, a seconda della categoria sociale o professionale cui appartennero in vita. In quella dei letterati e dei chierici include Brunetto Latini, che gli indica come suoi compagni di pena Elio Prisciano (grammatico latino del V-VI sec. che fu autore dell'Institutio de arte grammatica), Francesco d'Accorso (giurista fiorentino morto nel 1293) e Andrea de' Mozzi, cardinale che collaborò con papa Niccolò III e Bonifacio VIII. In un'altra schiera sono inclusi Iacopo Rusticucci, Tegghiaio Aldobrandi e Guido Guerra, tutti fiorentini (la dannazione di Tegghiaio e Iacopo era già stata preannunciata da Ciacco, in Inf., VI, 85-87); di questo gruppo fa parte anche Guglielmo Borsieri, fiorentino di cui mancano precise notizie. L'incontro con Brunetto occupa il Canto XV, mentre nel XVI avviene quello coi tre fiorentini che chiedono a Dante notizie sulla corruzione della loro città: Dante risponde accusando l'avarizia e la sete di guadagno come la principale causa della decadenza di Firenze.
Personaggi e luoghi collegati
Brunetto Latini - Ciacco - Tegghiaio Aldobrandi - usurai
III Cerchio - VII Cerchio - Firenze
Brunetto Latini - Ciacco - Tegghiaio Aldobrandi - usurai
III Cerchio - VII Cerchio - Firenze