Filippo Argenti
Filippo de' Cavicciuli, della consorteria degli Adimari, era detto Argenti per aver fatto ferrare il suo cavallo con ferri d'argento. Vissuto a Firenze nel XIII sec., fu Guelfo di parte Nera e quindi avverso a Dante; si oppose tenacemente al ritorno del poeta in patria dopo l'esilio e pare che la sua famiglia, ostile agli Alighieri, si sia impadronita di alcuni beni dell'autore della Commedia. Parla di lui Boccaccio nel Decameron (IX, 8), dove lo descrive come un «uomo grande e nerboruto e forte, sdegnoso, iracundo e bizzarro più che altro», forse per influsso del poema dantesco. Altre fonti parlano di una personale inimicizia tra lui e Dante, culminata in uno schiaffo che l'Adimari avrebbe dato al poeta.
Dante lo colloca tra gli iracondi del V Cerchio dell'Inferno (Canto VIII). Mentre Flegiàs trasporta sulla sua barca Dante e la sua guida, l'Argenti gli si avvicina e gli chiede stizzito perché giunga anzitempo all'Inferno. Dante risponde che non viene per restare e gli chiede chi sia, visto che il suo aspetto è irriconoscibile. Nonstante Filippo non risponda, Dante lo riconosce e pronuncia contro di lui parole di disprezzo e condanna. Il dannato si protende per afferrarlo, ma Virgilio lo respinge prontamente e rivolge a Dante parole di elogio. L'episodio si conclude con l'Argenti che viene dilaniato e fatto a pezzi dagli altri iracondi immersi nel fango.
Alla famiglia di Filippo Argenti appartiene anche Tegghiaio Aldobrandi, che compare tra i sodomiti del VII Cerchio (Inf., XVI, 41 ss.); la stirpe degli Adimari è definita oltracotata schiatta in Par., XVI, 115.
Dante lo colloca tra gli iracondi del V Cerchio dell'Inferno (Canto VIII). Mentre Flegiàs trasporta sulla sua barca Dante e la sua guida, l'Argenti gli si avvicina e gli chiede stizzito perché giunga anzitempo all'Inferno. Dante risponde che non viene per restare e gli chiede chi sia, visto che il suo aspetto è irriconoscibile. Nonstante Filippo non risponda, Dante lo riconosce e pronuncia contro di lui parole di disprezzo e condanna. Il dannato si protende per afferrarlo, ma Virgilio lo respinge prontamente e rivolge a Dante parole di elogio. L'episodio si conclude con l'Argenti che viene dilaniato e fatto a pezzi dagli altri iracondi immersi nel fango.
Alla famiglia di Filippo Argenti appartiene anche Tegghiaio Aldobrandi, che compare tra i sodomiti del VII Cerchio (Inf., XVI, 41 ss.); la stirpe degli Adimari è definita oltracotata schiatta in Par., XVI, 115.
Personaggi e luoghi collegati
Flegiàs - Tegghiaio Aldobrandi - Virgilio
Firenze - V Cerchio (Stige) - VI Cerchio (città di Dite)
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