Flegiàs
G. Stradano, La barca di Flegias (1587)
Personaggio della mitologia classica, figlio di Marte e Crise, che incendiò il tempio di Apollo a Delfi perché il dio aveva sedotto sua figlia; compare nel libro VI dell'Eneide (618-620), tra le ombre dei peccatori che scontano gravi pene nell'Ade, nonché nella Tebaide (I, 713 ss.).
Dante lo colloca nel V Cerchio dell'Inferno, a custodia della palude dello Stige che circonda la città di Dite; compare nel Canto VIII della I Cantica, in qualità di traghettatore che accompagna Dante e Virgilio attraverso la palude sino alla città. Non è chiaro se il suo compito abituale sia di traghettare gli iracondi, o gli eresiarchi destinati al VI Cerchio, o tutte le anime destinate al basso Inferno. Difficile dire da dove il poeta tragga il suo aspetto demoniaco, tranne per il fatto che il nome etimologicamente rimanda al greco Flegèton, «ardente» (cfr. anche il Flegetonte), quindi al peccato di ira e al fuoco che caratterizza la città di Dite dalle mura rosse per il foco etterno.
Nel Canto VIII dell'Inferno egli dapprima apostrofa Dante credendolo un dannato, poi (zittito da Virgilio) fa salire entrambi sulla sua barca e li trasporta a Dite. A metà del guado avviene l'incontro con Filippo Argenti, quindi il nocchiero depone i due poeti di fronte all'ingresso della città infernale e scompare.
Dante lo colloca nel V Cerchio dell'Inferno, a custodia della palude dello Stige che circonda la città di Dite; compare nel Canto VIII della I Cantica, in qualità di traghettatore che accompagna Dante e Virgilio attraverso la palude sino alla città. Non è chiaro se il suo compito abituale sia di traghettare gli iracondi, o gli eresiarchi destinati al VI Cerchio, o tutte le anime destinate al basso Inferno. Difficile dire da dove il poeta tragga il suo aspetto demoniaco, tranne per il fatto che il nome etimologicamente rimanda al greco Flegèton, «ardente» (cfr. anche il Flegetonte), quindi al peccato di ira e al fuoco che caratterizza la città di Dite dalle mura rosse per il foco etterno.
Nel Canto VIII dell'Inferno egli dapprima apostrofa Dante credendolo un dannato, poi (zittito da Virgilio) fa salire entrambi sulla sua barca e li trasporta a Dite. A metà del guado avviene l'incontro con Filippo Argenti, quindi il nocchiero depone i due poeti di fronte all'ingresso della città infernale e scompare.
Personaggi e luoghi collegati
Apollo - Arpie - Caco - Caronte - centauri - Cerbero - Filippo Argenti - Furie - Gerione - giganti - leone - lonza - lupa - Lucifero - Malacoda Malebranche - Marte - Medusa - Minosse - Minotauro - Pluto/Plutone - Proserpina - Virgilio
V Cerchio (Stige) - VI Cerchio (città di Dite)
Apollo - Arpie - Caco - Caronte - centauri - Cerbero - Filippo Argenti - Furie - Gerione - giganti - leone - lonza - lupa - Lucifero - Malacoda Malebranche - Marte - Medusa - Minosse - Minotauro - Pluto/Plutone - Proserpina - Virgilio
V Cerchio (Stige) - VI Cerchio (città di Dite)
