Malebranche
W. Blake, I Malebranche
Sono i diavoli che custodiscono la V Bolgia dell'VIII Cerchio dell'Inferno, in cui sono puniti i barattieri: Dante li rappresenta neri, alati, armati di bastoni uncinati con cui costringono i dannati a stare immersi nella pece bollente. Compaiono nei Canti XXI-XXII dell'Inferno, dove Dante e Virgilio vedono subito uno di loro che porta un dannato nella pece, mentre i suoi compagni lo tormentano con gli uncini. Virgilio induce Dante a nascondersi dietro una roccia, quindi va a parlamentare con loro e gli si fa incontro il capo dei Malebranche, il demone Malacoda. Questi chiama per nome altri diavoli, ovvero Scarmiglione, Alichino, Calcabrina, Cagnazzo, Barbariccia, Libicocco, Draghignazzo, Ciriatto, Graffiacane, Farfarello e Rubicante. Tranne Scarmiglione, gli altri dieci saranno incaricati da Malacoda di scortare i due poeti sino al ponte di roccia che conduce all'altra Bolgia, essendo quello più vicino crollato (è però un inganno del capo dei Malebranche).
I nomi sono fantasiosi e forse storpiano lievemente alcuni cognomi di personaggi del tempo, mentre è improbabile che Dante alludesse a priori fiorentini di parte nera. Barbariccia riceve da Malacoda l'incarico di capeggiare la schiera e il diavolo, per indicare che è il momento di mettersi in marcia, si lascia andare a un gesto scurrile (ed elli avea del cul fatto trombetta, verso che chiude il Canto XXI). Nel Canto seguente i dieci diavoli scortano i due poeti lungo l'argine della Bolgia, mentre un dannato cerca di sottrarsi ai loro uncini. Graffiacane lo afferra per i capelli e lo trascina sull'argine, per cui Dante chiede a Virgilio di potergli parlare. Lo spirito si presenta come Ciampòlo di Navarra, indica altri dannati sotto la pece e si dice pronto a farne emergere molti altri, purché i Malebranche si facciano indietro. I diavoli acconsentono e Ciampolo ne approfitta per gettarsi sotto la pece; Alichino non riesce ad afferrarlo e ne nasce un'orrenda zuffa tra i demoni, due dei quali cadono nella pece e rimangono invischiati. Dante e Virgilio ne approfittano per allontanarsi e raggiungere la Bolgia successiva.
Per approfondire, ecco un breve video dal canale YouTube "La Divina Commedia in HD"
I nomi sono fantasiosi e forse storpiano lievemente alcuni cognomi di personaggi del tempo, mentre è improbabile che Dante alludesse a priori fiorentini di parte nera. Barbariccia riceve da Malacoda l'incarico di capeggiare la schiera e il diavolo, per indicare che è il momento di mettersi in marcia, si lascia andare a un gesto scurrile (ed elli avea del cul fatto trombetta, verso che chiude il Canto XXI). Nel Canto seguente i dieci diavoli scortano i due poeti lungo l'argine della Bolgia, mentre un dannato cerca di sottrarsi ai loro uncini. Graffiacane lo afferra per i capelli e lo trascina sull'argine, per cui Dante chiede a Virgilio di potergli parlare. Lo spirito si presenta come Ciampòlo di Navarra, indica altri dannati sotto la pece e si dice pronto a farne emergere molti altri, purché i Malebranche si facciano indietro. I diavoli acconsentono e Ciampolo ne approfitta per gettarsi sotto la pece; Alichino non riesce ad afferrarlo e ne nasce un'orrenda zuffa tra i demoni, due dei quali cadono nella pece e rimangono invischiati. Dante e Virgilio ne approfittano per allontanarsi e raggiungere la Bolgia successiva.
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