Giganti
P. Della Quercia, I giganti (XV sec.)
Creature mitologiche della tradizione biblica e classica, descritti come esseri smisurati dalla forza immane e, in genere, con caratteristiche negative. Nella Bibbia è citato soprattutto Golia, ucciso da David, mentre nel Medioevo fu interpretato come gigante anche Nembrod, associato alla costruzione della Torre di Babele (con cui, peraltro, non aveva nulla a che fare). Nel mito classico i giganti erano i figli di Gea e Urano, erano spesso raffigurati anguipedi e si ribellarono a Giove tentando la scalata al cielo, ma furono sterminati nella battaglia di Flegra, in Tessaglia. Il pensiero cristiano spesso associò i giganti biblici a quelli classici, specie per la somiglianza dell'episodio di Babele con quello della Titanomachia (in entrambi i casi i giganti venivano interpretati in chiave negativa, o addirittura demoniaca).
Dante li colloca intorno al pozzo che divide l'VIII dal IX Cerchio dell'Inferno, non come figure demoniache ma probabilmente come dannati associati al peccato di tradimento (essi si ribellarono a Dio e sono perciò accostati a Lucifero). Compaiono nel Canto XXXI dell'Inferno: Dante li vede in lontananza e per l'oscurità li scambia per enormi torri, poi li descrive come confitti nella roccia sino alla cintola. Viene poi mostrato Nembrod, che pronuncia parole incomprensibili ed è rimproverato Virgilio che lo invita a sfogare la sua ira suonando il corno da caccia che tiene a tracolla; il maestro spiega a Dante che il linguaggio del gigante è incomprensibile a tutti, in quanto a causa sua ci fu la confusione delle lingue a Babele. Virgilio mostra poi a Dante Fialte, che insieme a Oto aveva tentato la scalata al cielo sovrapponendo i due monti Ossa e Pelio: è strettamente legato da una catena e si dibatte rabbioso. Dante esprime il desiderio di vedere Briareo, che il mito descriveva con cento braccia, ma Virgilio dichiara che il suo aspetto è identico a quello di Fialte, quindi del tutto umano. I due poeti raggiungono infine Anteo, figlio di Nettuno e di Gea che viveva secondo il mito in una grotta nella valle presso Zama e non aveva preso parte alla battaglia di Flegra (era stato ucciso in uno scontro da Ercole). A differenza degli altri Anteo non è legato e può quindi aiutare i due poeti a raggiungere il fondo del pozzo: Virgilio gli rivolge un ampio discorso, con una retorica captatio benevolentiae per indurlo a collaborare, quindi il gigante depone lui e Dante sulla ghiaccia di Cocito. Vengono solo citati Tizio e Tifeo, pure presenti nel pozzo.
I giganti compaiono ancora come esempio di superbia punita all'uscita della I Cornice in Purg., XII, 28-36, subito dopo Lucifero: la scultura sul pavimento della Cornice raffigura Briareo abbattuto dalle folgori divine, gli altri giganti sterminati dopo la battaglia di Flegra e Nembrod ai piedi della Torre di Babele, smarrito e confuso.
Su Nembrod e la confusione linguistica seguita alla Torre di Babele, cfr. anche il sito «Dantepoliglotta.it», che contiene interessanti materiali sulle traduzioni della Commedia.
Dante li colloca intorno al pozzo che divide l'VIII dal IX Cerchio dell'Inferno, non come figure demoniache ma probabilmente come dannati associati al peccato di tradimento (essi si ribellarono a Dio e sono perciò accostati a Lucifero). Compaiono nel Canto XXXI dell'Inferno: Dante li vede in lontananza e per l'oscurità li scambia per enormi torri, poi li descrive come confitti nella roccia sino alla cintola. Viene poi mostrato Nembrod, che pronuncia parole incomprensibili ed è rimproverato Virgilio che lo invita a sfogare la sua ira suonando il corno da caccia che tiene a tracolla; il maestro spiega a Dante che il linguaggio del gigante è incomprensibile a tutti, in quanto a causa sua ci fu la confusione delle lingue a Babele. Virgilio mostra poi a Dante Fialte, che insieme a Oto aveva tentato la scalata al cielo sovrapponendo i due monti Ossa e Pelio: è strettamente legato da una catena e si dibatte rabbioso. Dante esprime il desiderio di vedere Briareo, che il mito descriveva con cento braccia, ma Virgilio dichiara che il suo aspetto è identico a quello di Fialte, quindi del tutto umano. I due poeti raggiungono infine Anteo, figlio di Nettuno e di Gea che viveva secondo il mito in una grotta nella valle presso Zama e non aveva preso parte alla battaglia di Flegra (era stato ucciso in uno scontro da Ercole). A differenza degli altri Anteo non è legato e può quindi aiutare i due poeti a raggiungere il fondo del pozzo: Virgilio gli rivolge un ampio discorso, con una retorica captatio benevolentiae per indurlo a collaborare, quindi il gigante depone lui e Dante sulla ghiaccia di Cocito. Vengono solo citati Tizio e Tifeo, pure presenti nel pozzo.
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Personaggi e luoghi collegati
Arpie - Caco - Caronte - centauri - Cerbero - Ercole - Flegiàs - Furie - Gerione - Giove - leone - lonza - Lucifero - lupa - Malacoda Malebranche - Medusa - Minosse - Minotauro - Pluto/Plutone - Proserpina - Virgilio
VIII Cerchio (Malebolge) - IX Cerchio (Cocito) - I Cornice
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