Leone
G. Doré, Dante e il leone
È la seconda delle tre fiere incontrate da Dante nella selva oscura, nel Canto I dell'Inferno.
Il leone è generalmente interpretato come allegoria della superbia, una delle tre disposizioni peccaminose che impediscono a Dante la salita del colle (la lonza è la lussuria, la lupa è l'avarizia). Alcuni commentatori l'hanno invece interpretato come simbolo di violenza, in base alla tripartizione dei peccati nella topografia morale dell'Inferno dantesco (la lonza sarebbe allora l'incontinenza, la lupa invece la frode). Non è escluso che entrambe le interpretazioni siano valide.
Il leone è generalmente interpretato come allegoria della superbia, una delle tre disposizioni peccaminose che impediscono a Dante la salita del colle (la lonza è la lussuria, la lupa è l'avarizia). Alcuni commentatori l'hanno invece interpretato come simbolo di violenza, in base alla tripartizione dei peccati nella topografia morale dell'Inferno dantesco (la lonza sarebbe allora l'incontinenza, la lupa invece la frode). Non è escluso che entrambe le interpretazioni siano valide.