Mantova
Monumento a Virgilio a Mantova
La città lombarda è citata soprattutto come patria del poeta latino Virgilio, che in Inf., I, 68 si presenta come figlio di genitori lombardi, / mantoani per patria ambedui e in II, 58 è chiamato da Beatrice anima cortese mantoana. Sulla tomba di Virgilio, a Napoli, fu posto un epitaffio costituito da un distico elegiaco, che recitava: Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc / Parthenope; cecini pascua, rura, duces
(«Mantova mi ha dato i natali, la Puglia mi ha dato la morte e ora sono
sepolto a Napoli; ho cantato i pascoli, i campi, i condottieri»).
Alla città e alla sua mitica origine è dedicata un'ampia parentesi nel Canto XX dell'Inferno, quando Virgilio, dopo aver presentato l'anima della vergine Manto dannata fra gli indovini della IV Bolgia, illustra a Dante come questo personaggio giunse nel punto il cui il Mincio forma una palude e vi si stabilì per sfuggire il contatto con gli uomini ed esercitare le sue arti magiche. Dopo la sua morte, altri uomini edificarono una città che prese da lei il nome, Mantua in latino e poi Mantova.
In Purg., VI, 72 ss. Virgilio incontra l'anima del poeta Sordello, il quale chiede a lui e Dante da dove vengano. Il poeta latino inizia a dire Mantua..., quando Sordello lo abbraccia e festeggia come suo concittadino, il che indurrà Dante a prorompere nella sua dura invettiva contro l'Italia.
Alla città e alla sua mitica origine è dedicata un'ampia parentesi nel Canto XX dell'Inferno, quando Virgilio, dopo aver presentato l'anima della vergine Manto dannata fra gli indovini della IV Bolgia, illustra a Dante come questo personaggio giunse nel punto il cui il Mincio forma una palude e vi si stabilì per sfuggire il contatto con gli uomini ed esercitare le sue arti magiche. Dopo la sua morte, altri uomini edificarono una città che prese da lei il nome, Mantua in latino e poi Mantova.
In Purg., VI, 72 ss. Virgilio incontra l'anima del poeta Sordello, il quale chiede a lui e Dante da dove vengano. Il poeta latino inizia a dire Mantua..., quando Sordello lo abbraccia e festeggia come suo concittadino, il che indurrà Dante a prorompere nella sua dura invettiva contro l'Italia.