La Divina Commedia
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Indovini

Sono i dannati della IV Bolgia dell'VIII Cerchio dell'Inferno, fraudolenti in quanto ebbero la folle pretesa di antivedere il futuro che in quanto tale è noto solo a Dio. Compaiono nel Canto XX, con la figura completamente stravolta (hanno il viso rivoltato all'indietro, camminano a ritroso e piangono versando lacrime sulla schiena e sulle natiche). Vedendoli in quelle condizioni, Dante si abbandona a un pianto disperato ma Virgilio lo rimprovera aspramente e gli indica gli indovini più degni di nota della Bolgia.
Fra loro è incluso Anfiarao, uno dei sette re contro Tebe che grazie alle sue doti divinatorie sapeva che vi sarebbe morto e si nascose in un luogo noto solo alla moglie Erifile: questa, corrotta da un dono, rivelò il nascondiglio a Polinice che costrinse Anfiarao ad andare a Tebe, dove fu inghiottito dalla terra apertasi sotto i suoi piedi. Poi c'è Tiresia, indovino tebano che esercitò le sue arti nella guerra a Tebe e diventò donna colpendo con una verga due serpenti che si accoppiavano, tornando uomo dopo sette anni per aver colpito gli stessi serpenti (l'episodio è citato da Ovidio nelle Metamorfosi). C'è Arunte, indovino etrusco citato da Lucano nella Pharsalia dove è detto predire la guerra civile e la vittoria di Cesare, e poi c'è Manto, la figlia di Tiresia che dopo la morte del padre e la caduta di Tebe vagò a lungo fino a stabilirsi nel luogo dove poi sorse la città di Mantova. Dopo l'ampia parentesi sulle origini della città, Virgilio indica Euripilo, personaggio dell'Eneide che sarebbe stato augure insieme a Calcante e avrebbe propiziato la partenza della flotta greca dall'Aulide per Troia (in realtà nel testo virgiliano Euripilo è colui che, nel racconto di Sinone, è inviato dai Greci a interrogare l'oracolo circa il momento propizio per tornare in patria e non è associato al sacrificio di Ifigenia in Aulide: cfr. Aen., II, 114 ss.). Tra gli altri indovini ci sono ancora Michele Scotto, celebre filosofo  e alchimista scozzese vissuto alla corte di Federico II di Svevia cui si attribuivano varie profezie; Guido Bonatti, astrologo forlivese che fu al servizio di Guido da Montefeltro; Maestro Benvenuto detto Asdente, calzolaio di Parma assai famoso per le sue predizioni. Virgilio indica anche varie donne che lasciarono ago, spola e fuso per diventare fattucchiere.
Per quanto riguarda Manto, il personaggio è poi citato in Purg., XXII, 113 come la figlia di Tiresia che sarebbe tra le anime del Limbo insieme a Virgilio: la questione è assai spinosa, in quanto si può ipotizzare che Dante abbia commesso una svista e abbia dimenticato di aver già incluso la maga tra i dannati della IV Bolgia, oppure che vi sia un errore nei codici, oppure ancora che la figlia di Tiresia indicata da Virgilio sia un altro personaggio e non Manto, forse sulla scorta di qualche chiosa medievale alla Tebaide di Stazio.



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