Ruffiani e seduttori
Sono i dannati della I Bolgia dell'VIII Cerchio, colpevoli rispettivamente di aver indotto con l'inganno delle donne a soddisfare il piacere altrui e proprio. Compaiono nella prima parte del Canto XVIII dell'Inferno e la loro pena consiste nel camminare nudi in direzioni parallele e opposte lungo la Bolgia (i primi vicini all'orlo esterno, gli altri a quello interno), sferzati sul di dietro da demoni cornuti armati di frusta. Il contrappasso si può forse vedere nell'uso medievale di sferzare pubblicamente le prostitute e i loro lenoni.
Tra i ruffiani Dante include Venedico Caccianemico, bolognese morto forse nel 1302 (il poeta doveva crederlo defunto nel 1300): avrebbe venduto la sorella Ghisolabella al marchese Òbizzo II d'Este, benché del fatto non ci siano testimonianze (probabilmente intendeva favorire le mire espansionistiche degli Este). Il dannato cerca di abbassare il viso, ma Dante lo riconosce e gli chiede quale peccato sconti, al che è Venedico stesso a rivelarlo; aggiunge che non è il solo Bolognese fra i ruffiani, tale è l'avarizia dei suoi concittadini. Tra i seduttori invece Virgilio indica Giasone, che procede con portamento regale indifferente alle percosse ricevute: l'eroe è protagonista nel mito classico della conquista del vello d'oro sottratto ai Colchi, ma è anche reo di aver sedotto e abbandonato la giovinetta Isifile sull'isola di Lemno, l'unica che aveva salvato il padre Toante nascondendolo alle altre donne che avevano ucciso tutti i maschi dell'isola. Giasone sconta anche l'inganno ai danni di Medea.
Tra i ruffiani Dante include Venedico Caccianemico, bolognese morto forse nel 1302 (il poeta doveva crederlo defunto nel 1300): avrebbe venduto la sorella Ghisolabella al marchese Òbizzo II d'Este, benché del fatto non ci siano testimonianze (probabilmente intendeva favorire le mire espansionistiche degli Este). Il dannato cerca di abbassare il viso, ma Dante lo riconosce e gli chiede quale peccato sconti, al che è Venedico stesso a rivelarlo; aggiunge che non è il solo Bolognese fra i ruffiani, tale è l'avarizia dei suoi concittadini. Tra i seduttori invece Virgilio indica Giasone, che procede con portamento regale indifferente alle percosse ricevute: l'eroe è protagonista nel mito classico della conquista del vello d'oro sottratto ai Colchi, ma è anche reo di aver sedotto e abbandonato la giovinetta Isifile sull'isola di Lemno, l'unica che aveva salvato il padre Toante nascondendolo alle altre donne che avevano ucciso tutti i maschi dell'isola. Giasone sconta anche l'inganno ai danni di Medea.
Personaggi e luoghi collegati
adulatori - barattieri - falsari - indovini - ipocriti - ladri - seminatori di discordie - simoniaci - Virgilio
VIII Cerchio (Malebolge) - Bologna
adulatori - barattieri - falsari - indovini - ipocriti - ladri - seminatori di discordie - simoniaci - Virgilio
VIII Cerchio (Malebolge) - Bologna