San Domenico di Guzmán
G. de Crayer, San Domenico
Nato a Calaruega nel 1170, studiò filosofia e teologia all'Università di Palencia e fu ordinato sacerdote. Dopo aver visitato Roma, nel 1203 passò in Linguadoca dove raggiunse gli inviati di papa Innocenzo III che tentavano di convertire gli Albigesi; la crociata del 1209-1213 non interruppe la sua predicazione e lo convinse della necessità di soluzioni più adeguate per combattere le eresie. Nel 1206 aveva fondato una comunità di fedeli presso la chiesa di Prouille, da cui sviluppò l'Ordine che prese il suo nome e che fu approvato ufficialmente da papa Onorio III nel 1216; il pontefice definì i domenicani «pugili combattenti per la fede e vere luci del mondo» e infatti Domenico, per meglio combattere le eresie sempre più diffuse nel mondo cristiano, creò un Ordine di frati colti, esperti conoscitori della teologia, in grado di controbattere nelle pubbliche discussioni ai loro avversari con sottili argomenti dottrinali. Dalla Linguadoca venne poi in Italia, dove organizzò l'Ordine che si diffuse anche nell'Europa settentrionale, svolgendo la propria attività soprattutto nelle strade e nelle città (i domenicani erano un Ordine mendicante, come i francescani). L'Ordine da lui creato ebbe l'incarico dell'ufficio dell'Inquisizione contro gli eretici, che poi condivise con i francescani. Domenico morì nel 1221 a Bologna, dov'è tuttora sepolto; fu canonizzato da papa Gregorio IX nel 1234 (festa l'8 agosto).
Dante lo include naturalmente tra i beati del Paradiso, non sappiamo però in quale punto della rosa celeste descritta in Par., XXXII, 1 ss., poiché Dante menziona soltanto san Francesco, san Benedetto e sant'Agostino posti al di sotto di san Giovanni Battista (forse il poeta include qui non i fondatori di Ordini religiosi ma solo gli estensori delle Regole, in quanto i domenicani seguivano la Regola agostiniana). Al santo è dedicato in gran parte il Canto XII della III Cantica, in cui il francescano san Bonaventura ne pronuncia il panegirico dopo che san Tommaso d'Aquino (Canto XI) ha fatto altrettanto con san Francesco: Bonaventura osserva che i due santi ad una militaro (combatterono insieme), per cui è giusto che la loro gloria risplenda allo stesso modo. Egli racconta che Dio volle soccorrere la Chiesa in difficoltà con due campioni, Francesco e Domenico, tracciando poi la biografia del secondo che nacque a Calaruega in Castiglia dopo un sogno premonitore della madre (la donna aveva sognato di partorire un cane bianco e nero, i colori dell'Ordine domenicano, che portava in bocca una fiaccola con cui incendiava il mondo). Dopo le mistiche nozze con la Fede, Domenico manifestò sin da bambino la propensione all'umiltà e alla povertà, per poi crescere e darsi agli studi dottrinali, fino ad ottenere da Innocenzo III l'approvazione del nuovo Ordine con lo scopo di combattere le eresie. Il santo combatté con forza i movimenti ereticali soprattutto in Provenza, dove allignava l'eresia albigese, lasciando un'eredità raccolta dai suoi seguaci che ne proseguirono l'opera, con beneficio di tutta la Cristianità.
Dante lo include naturalmente tra i beati del Paradiso, non sappiamo però in quale punto della rosa celeste descritta in Par., XXXII, 1 ss., poiché Dante menziona soltanto san Francesco, san Benedetto e sant'Agostino posti al di sotto di san Giovanni Battista (forse il poeta include qui non i fondatori di Ordini religiosi ma solo gli estensori delle Regole, in quanto i domenicani seguivano la Regola agostiniana). Al santo è dedicato in gran parte il Canto XII della III Cantica, in cui il francescano san Bonaventura ne pronuncia il panegirico dopo che san Tommaso d'Aquino (Canto XI) ha fatto altrettanto con san Francesco: Bonaventura osserva che i due santi ad una militaro (combatterono insieme), per cui è giusto che la loro gloria risplenda allo stesso modo. Egli racconta che Dio volle soccorrere la Chiesa in difficoltà con due campioni, Francesco e Domenico, tracciando poi la biografia del secondo che nacque a Calaruega in Castiglia dopo un sogno premonitore della madre (la donna aveva sognato di partorire un cane bianco e nero, i colori dell'Ordine domenicano, che portava in bocca una fiaccola con cui incendiava il mondo). Dopo le mistiche nozze con la Fede, Domenico manifestò sin da bambino la propensione all'umiltà e alla povertà, per poi crescere e darsi agli studi dottrinali, fino ad ottenere da Innocenzo III l'approvazione del nuovo Ordine con lo scopo di combattere le eresie. Il santo combatté con forza i movimenti ereticali soprattutto in Provenza, dove allignava l'eresia albigese, lasciando un'eredità raccolta dai suoi seguaci che ne proseguirono l'opera, con beneficio di tutta la Cristianità.
Personaggi e luoghi collegati
spiriti sapienti - Beatrice - san Benedetto - san Bernardo - san Bonaventura - Maria Vergine - Tommaso d'Aquino
IV Cielo (del Sole)
spiriti sapienti - Beatrice - san Benedetto - san Bernardo - san Bonaventura - Maria Vergine - Tommaso d'Aquino
IV Cielo (del Sole)